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Anche perchè la struttura dell'edificio, ultimo grande lavoro di Wright, catturò subito l'attenzione dei critici archittettonici, ed è ancora mondialmente riconosciuto come uno dei capolavori dell'architettura contemporanea.
Dalla strada, l'edificio assomiglia a un nastro bianco che si avvolge attorno a un cilindro più ampio in cima che alla base.
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All'interno, la galleria espositiva forma una dolce spirale che sale dal piano terra fino alla cima dell'edificio; creando uno spazio vuoto centrale; attorno al quale cresce la struttura. I dipinti sono esposti lungo i muri della spirale e in alcune stanze che si trovano lungo il percorso.La maggior parte di coloro che criticano l'edificio si concentrano sul fatto che questo oscura le opere esposte al suo interno e che è particolarmente difficile appendere le opere lungo i muri né piatti né verticali della spirale, non sufficientemente illuminata dalla grande vetrata centrale.
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Nel 1992, fu aggiunta all'edificio una torre rettangolare, più alta della spirale originale, progettata dallo studio Gwathmey Siegel and Associates Architects. L'edificio era già divenuto a tal punto un'icona che questa aggiunta al progetto di Wright fu molto contestata.
La celebrazione per il cinquantennale dell edificio-icona si apre con il raduno di duecento architetti e designer ,invitati a prendere parte al progetto "Contemplando il vuoto": interventi nel museo Guggenheim. Si tratta di reinventare ( solo su carta per carità ) il capolavoro di Wright. Risultato; una mostra curiosa, stimolante e soprattutto low cost. Il coplo di genio della Spector non finisce qui: il 95 per cento delle creazioni è stato messo all'asta per rimpinguare le tasche dell'istituzione. Che vede riconfermato il suo ruolo d'assoluta avanguardia.
Ricordo alcuni nomi di artisti: Zaha Hadid, DanielLibeskind, Mona Hatoum, Doris Salcedo e degli italiani Stefano Boeri, Massimiliano Fuksas, Luca Buvoli e Paola Pivi.
Wright stesso aveva immaginato sia di far scorrere acqua sia di colorare la sua creatura. Ed era altrettanto sensibile al tema ambientalista: con la sua architettura niente angoli, solo curve si ispirava direttamente alla natura. Wright fu un precursore anche nella concezione del museo come opera d'arte, ben mezzo secolo prima del Guggenheim Bilbao di Frank O. Ghery.
A tanto genio il destino a riservato uno sgarbo: non gli è stato concesso di vedere il Guggenheim finito, se ne è andato - novantaduenne - sei mesi prima dell'inaugurazione.
"All'inizio l'edificio era stato deriso, giudicato uno spazio inospitale per l'arte" spiega la Spector, invece si è rivelato persino un soggetto da sperimentare.Un catalizzatore di creatività.
Viola